Complementi arredo a Salerno

IL MIO VIAGGIO

Complementi arredo a Salerno.

Il mio viaggio comincia più di 65 anni fa

Io non ho ancora visto la luce del Sole, che invece scandisce le giornate in campagna di mio nonno, agricoltore per tradizione familiare.

Fino al giorno in cui qualcosa in lui cambia, e scatta un interruttore: accantonati aratro e rastrello, decide di passare al mondo dell’edilizia,

iniziando a lavorare presso un piccolo punto vendita, che conta nulla più che due mattoni, un po’ di ferro e qualche igienico avvolto nella paglia.

 

Non passa molto tempo che il proprietario di quella piccola bottega dell’inoltrata campagna capaccese, si ritira dall’attività e

sceglie di lasciarla in gestione proprio a mio nonno, che gli ha dato prova di essere già un venditore brillante e risolutivo.

 

In quegli anni sono le ferrovie, a veicolare la merce per i commercianti della zona e proprio per questo motivo, è fondamentale avere

un’ubicazione strategica, per la reperibilità dei materiali.  È a questo punto che mio nonno, uomo tenace e imprenditore lungimirante,

decide di dare vita al suo progetto, acquistando e bonificando, quegli ettari di terra abbandonati e paludosi.

 

 

1965 Un viaggio nel tempo

È il 1965, quando s’innalza il primo solaio della Palumbo Materiali da Costruzione ad Agropoli, l’inizio di un “viaggio”, che percorriamo oramai da tre generazioni.

E’ un viaggio nel tempo, come se mio nonno, e subito dopo mio padre e ora mio fratello ed io, fossimo nello stesso posto ma in epoche diverse:

un viaggio nello spazio-tempo in cui l’anello di congiunzione tra le epoche è la passione e la dedizione verso il nostro lavoro.

Mi sento come in quei film, in cui la cinepresa è ferma e tutte le scene dentro si muovono velocemente, a rappresentare il tempo che corre, e tutto quello che fino all’attimo prima era in bianco e nero prende colore.

 

 

IL NOSTRO LAVORO

Se mettessimo il rallenty alle immagini, potremmo vedere tutto quello che è accaduto in questi anni.

Momenti di successo alternati a momenti di magra. Istanti di gioia intensa, interrotti da preoccupazioni, periodi di agio, seguiti da periodi di forte disagio, eppure sempre con un comune denominatore: dedizione e passione per il nostro lavoro.

Potremmo vedere mio padre prendere le redini dell’azienda, a soli 18 anni, a quell’età in cui non si è del tutto uomini per gestire un’azienda, ma non si è neanche del tutto ragazzini, per non abbandonare il sogno di essere il leader della propria band musicale.

E infatti le responsabilità non tardano ad arrivare: il mercato è in continua evoluzione e mio nonno non riesce a stare al passo con i tempi senza il supporto di suo figlio. Ed ecco che a diciannove anni mio padre si ritrova ad essere non solo sposato e con due figlioletti a casa. Ma anche leader, colonna portante e punto di riferimento per quel mercato, che sempre di più si orienta verso i prodotti di nicchia e di design, che ancora oggi arricchiscono gli interni delle case che proprio mio padre, con tanta attenzione e professionalità, realizza in quegli anni. Ognuna di quelle case, ognuno di quegli ambienti “porta” la sua firma e rappresenta una tappa della sua vita professionale.

 

 

Passione Fierezza Orgoglio

Mio padre che del lavoro ha fatto la sua vita e l’ispirazione delle storie che ogni sera, rientrando a casa, raccontava a me e a mio fratello. Era il suo modo per coinvolgerci, per farci sentire parte integrante di quel progetto un progetto che era già il nostro. Ricordo ancora benissimo gli aneddoti da cui si evincevano tutta la passione, la fierezza e l’orgoglio profondo per il suo lavoro. Ricordo anche storie di gente ingrata nonostante gli sforzi, e qualche episodio in cui la fretta o la distrazione o semplicemente i mille impegni, avevano creato un pizzico di amarezza nel cliente. Ma soprattutto, ricordo ancora con emozione i racconti da cui emergeva la gratificazione del lavoro eseguito in modo impeccabile attraverso la totale soddisfazione del cliente.

 

E ricordo un padre che nonostante i mille impegni trovava del tempo per me, per aiutarmi la sera nei compiti di matematica, portandomi in modo semplice e giocoso gli aneddoti del suo lavoro, come esempio pratico di un’esercitazione, quegli esempi mi sono stati più utili di mille ore trascorse in classe, ad ascoltare l’insegnante.

Come avrei potuto non incuriosirmi del lavoro? Era impossibile!

 

 

ANCHE IO  CATTURATA DA QUESTO MONDO

E così anch’io non ho tardato ad inserirmi nell’attività, anche se mi diverte ricordare come in realtà “Lei” sia entrata nella mia vita prima ancora che io entrassi nella sua. Sì, perché mi aveva già “catturata” a poco più di 12 anni, quando invece di stare a giocare con le bambole, giocavo ad “Ufficio”.

Coinvolgevo tutti: cugini, amici, figli, figli degli amici dei miei genitori: tutti, e tutti si appassionavano a quel mondo misterioso fatto di carte, numeri, tastiere, mattonelle colorate, grandi vasche e camini in cui il fuoco per noi era sempre acceso, anche quando fisicamente non c’era.

 

Che ruolo potevo mai avere io in questo gioco bizzarro a cui solo pochi fortunati sono riusciti a giocare? Bè non potevo che essere la venditrice, la responsabile della sala mostra: all’epoca piccola, raccolta in non più di 100 mq, ma quello spazio era mio, era il mio mondo ed io lo conoscevo come il palmo delle mie mani.

E per me era molto più bello del più grande castello di principesse che ci potesse essere nei negozi!

Lo ricordo come se fosse ieri quello spazio articolato, disorganizzato e disordinato in cui emergeva la necessità di un tocco femminile e proprio io, a poco più di 12 anni, riuscivo a dargli una parvenza di ordine e di linearità.

 

LAVORARE è come un gioco

 

Quanto mi divertiva giocare lì dentro, forse per questo ancora oggi non mi pesa lavorare giornate intere senza mai staccare (”dimentico” persino di mangiare qualche volta), perché ho fatto del mio gioco d’infanzia il mio lavoro, non ci si stanca mai di giocare, solo la necessità fisica di dormire può fermarci.

Sorrido anche mentre lo scrivo, perché scrivo e mi rivedo piccola e rintanata tra le scartoffie, senza neppure sapere che senso avessero quelle carte. Solo crescendo e più avanti negli anni, tutto inizia ad avere un significato che va ben oltre il divertimento infantile.

 

 

La Signora Cantiere

Subentra dentro di me, in modo del tutto naturale, la voglia di accrescere le mie conoscenze attraverso gli studi, perciò mi iscrivo all’Istituto Superiore di Design, dove immediatamente mi assegnano il soprannome “La Signora Cantiere”, date le mie conoscenze tecniche dei prodotti.

E’ proprio all’Istituto che inizio un percorso formativo intenso e creativo di cui mi sfuggono, per la non ancora completa maturità professionale, alcune sfaccettature, che oggi ho invece compreso e inglobato nel lavoro e nella vita, per cui ringrazio quei professori per gli insegnamenti che mi hanno trasmesso.

 

In quegli anni studio, ma non abbandono mai il lavoro: anche se con minore assiduità, sono presente in azienda per non perdere il contatto con la professione, tanto è vero che dopo gli studi mi risulta semplice riprendere a pieno ritmo la vita lavorativa, apportando con entusiasmo tutte le conoscenze acquisite.

E forse non è affatto un caso che l’anno in cui rientro dall’università è quello in cui raggiungiamo il picco massimo di fatturato annuo per il gran numero di lavori e progetti commissionati.

 

 

FUGA A BARCELLONA

Le conoscenze che acquisisco continuamente nei cantieri e le soddisfazioni lavorative non mancano. Eppure, io scalpito: la mia anima artista e ribelle e la mia curiosità della vita non mi dà tregua, tanto che a un certo punto interrompo bruscamente la mia vita professionale per “scappare” all’estero. Forse per conoscere meglio me stessa, forse per arricchirmi, forse perché non mi basta la Titti di allora.

Barcellona è la mia destinazione, una città meravigliosa che mi accoglie a braccia aperte e mi permette di far venir fuori la persona che sono oggi, attraverso un’esperienza di vita che mi fa crescere a livello personale e professionale, e prendere coscienza della persona che sono e che voglio diventare.

Un percorso lavorativo come responsabile di punti vendita che Yamamay tiene a Barcellona, seppur lontano dalla mia formazione come Interior Designer, diventa una grande scuola che mi insegna il lavoro di squadra, il sacrificio da fare per ottenere i risultati che ci si prefigge, la formazione e l’attenzione da dedicare al lavoro per potersi ritenere un professionista.

Quattro anni che mi arricchiscono e mi fanno capire che la vita è realmente meravigliosa e bisogna fare delle proprie passioni la propria vita. Ecco perché dinanzi al progetto di espansione aziendale già avviato da mio padre io non posso tirarmi indietro!

 

LA TERZA GENERAZIONE

 

Ed eccomi qui: alla terza generazione della Palumbo Materiali da Costruzionenel MIO SPAZIO-TEMPO…NEL MIO MOMENTO che ho voluto chiamare Dentro & Fuori Casa srl.

Un nome semplice da ricordare e che ci riporta subito agli ambienti e agli spazi che ci sono DENTRO CASA e alla Vita che c’è FUORI.

Un nome che ci fa ricordare che ovunque andiamo, qualunque cosa facciamo, anche la più piccola, lascia un segno di noi, lascia il profumo del nostro passaggio, il suono di una parola detta.

E per me che CREO AMBIENTI E SPAZI DA VIVERE lasciare il ricordo positivo del mio passaggio e l’impronta di un lavoro svolto con passione e professionalità è la chiave del successo e l’approvazione che giorno per giorno accresco e coltivo.

Io sono Titti Palumbo, Titolare di Dentro e Fuori Casa srl e Interior Designer.

Ed adesso è il mio MOMENTO!

 

 

La Cercatrice

Dentro e Fuori casa srl è la storia di un viaggio attraverso lo spazio e il tempo, alla ricerca dell’essenza che è dentro di noi e della vita che è fuori di noi. La cercatrice in questo viaggio sono io, Titti Palumbo, e sono l’interprete del tuo spazio vitale.

Ma perché nel tuo personale viaggio verso i tuoi sogni potresti avere bisogno dell’aiuto di una cercatrice?

Provo a raccontartelo attraverso la mia chiacchierata con Gabriella, in occasione dell’intensa intervista che le ho rilasciato qualche tempo fa.

 

 

Cosa significa per te vivere una casa? 

Per me c’è una bella differenza tra vivere uno spazio e vivere una casa. Ecco perché quando cambio casa lascio un pezzo di me stessa.

Eppure posso creare spazi da vivere quando voglio!

La casa è da sempre il riparo dall’esterno, è l’area di comfort che scegliamo di abitare per proteggerci dal caldo e dal freddo per poi diventare sicura, accogliente e ricalco della nostra personalità. 

La tua casa è studiata da te o da chi hai scelto, l’interior designer, l’architetto o il progettista d’interni, che è bravo ad interpretare le tue esigenze per creare i comfort su misura di cui hai bisogno e tutti i complementi d’arredo a Salerno.

 

 

LO SPAZIO

Ecco, quanto deve veramente misurare uno spazio per essere giusto? 

Lo spazio, sebbene collocato in misure precise, è illimitato, parte dentro di te, ed è lo specchio del benessere che hai dentro e si proietta all’esterno, nelle pareti, sul pavimento, negli oggetti. Gli spazi della tua casa devono rispettare il tuo essere.

La misura dello spazio vitale, secondo la mia esperienza, dipende da persona a persona.

Esiste per te una misura ideale per contenere il benessere che cerchi nella tua casa? Ad esempio, quanto deve essere grande il tuo bagno? 

Come sosteneva Le Corbusier – la casa è una macchina per abitare, una macchina assai complessa che, se paragonata all’organismo umano (macchina vivente) è anch’essa in continua evoluzione. Come definire le misure ideali? Beh, dipendono dalle tue esigenze e dai tuoi desideri.

Affidare la progettazione e la realizzazione del tuo spazio è di vitale importanza. Entrare in casa è entrare nel proprio spazio vitale per eccellenza. Chiudi gli occhi, immaginati nella casa dei tuoi sogni e quello è il tuo spazio ideale, grande quanto tu lo immagini. Tutto è realizzabile, non commettere l’errore di far immaginare ad un’altra persona il tuo spazio. Io sono l’interprete, non solo una progettista d’interni, e parto dalle esigenze del cliente. Design e complementi d’arredo a Salerno.

 

 

E se il mio sogno è caro? 

Roma non è stata costruita in un sol giorno, inoltre ci tengo a farti una differenza che i miei clienti hanno sempre apprezzato. Una cosa è cara quando il suo valore è inferiore al prezzo che paghi, ma non lo è se ha un prezzo adeguato al valore che le attribuisci. Il sogno degli spazi da vivere, della casa ideale, del comfort ad esso legato, non è un sogno di serie B, e in quanto tale ho scelto per professione e passione di dargli il giusto valore con la scelta di materiali e manodopera certificata in linea al sogno di ogni singolo cliente. Perciò, se si decide di affidarsi ad un interior designer più che di costo io parlerei di valore.

Lo stesso valore che si dà al sogno che stiamo andando a costruire.

Affidarsi ad un interior designer significa avere un unico referente lungo tutte le fasi della progettazione e della realizzazione.

Scegliere i tuoi complementi d’arredo a Salerno, deve essere una certezza di unicità.

Significa avere un professionista che si prende cura del gusto e del design della nostra casa.

Significa avere un consulente che dopo aver con attenzione ascoltato le nostre esigenze, crea gli spazi intorno a noi e per noi.

 

 

Quindi cosa fa un Interior Designer? 

L’interior designer è il cantastorie della storia di qualcun altro. E’ l’interprete dell’idea del progetto che il suo cliente ha.

L’Interior designer “racconta” la tua storia attraverso gli spazi e gli ambienti che rimodella, ridistribuisce e arreda attraverso l’interpretazione che ha fatto dei tuoi sogni. Spazi e ambienti che si vestono della tua personalità divenendo più funzionali e confortevoli.

 

E TITTI PALUMBO COME INTERIOR DESIGNER, CHI è

Ogni qualvolta devo iniziare un progetto, c’è un momento giusto un attimo prima in cui mi fermo come se volessi riportare alla mente tutte le conoscenze e le informazioni che ho. In quel momento si sviluppa in me il “bisogno” misto al “dovere” di non poter deluderle il cliente che tra tanti professionisti ha scelto me.

 

Ha scelto che sia io a raccontare la sua storia attraverso la sua casa. Una casa che lui sta già sognando…una casa che io sto già immaginando con le sue informazioni.

Mi ha già permesso di entrare in quella casa… di quella casa ho già le chiavi intorno alle quali devo far materializzare il suo sogno.

 

Pensare che quel rapporto tra due persone iniziato con una stretta di mano si sia convertito in un rapporto lavorativo basato sulla stima e la fiducia è già una gratificazione… ma vedere il proprio progetto svilupparsi e prendere forma non ha prezzo.

Piccola o grande che sia la realizzazione che andiamo a fare, ci sono dietro persone che hanno sognato quello spazio, uno spazio in cui ci sarà sempre un po’ di me.

 

 

 

Perché dovrei pagare un interior designer? 

Ogni figura professionale va retribuita a seconda del lavoro che svolge, e tra queste ci sono anche i progettisti.

Come titolare di Dentro e Fuori casa srl, ho deciso che, a fronte della fornitura, i miei clienti avessero la progettazione gratuita che, ahimè, ancora oggi per qualcuno consiste nel “disegnino“del progetto, elaborato attraverso un moderno software di grafica. È mio preciso compito smentire categoricamente questa affermazione, considerando che la progettazione è un lavoro assai complesso che richiede tempo, richiede ricerca e motivazione, perché quando ci si dedica al progetto, ci si immerge nei panni dell’altra persona affinché il risultato del lavoro stesso sia la fotografia di quello che l’immaginazione del cliente ha sviluppato.

Un interior designer quindi va retribuito non soltanto per l’impegno, la passione e la dedizione che porta nel lavoro, a partire dalla fase di progettazione, ma anche e soprattutto perché sa capire le tue esigenze, sa ascoltare anche quello che non dici e sa vedere anche quello che “occhi comuni” non vedono.

Io studio le persone prima di studiare gli ambienti e gli spazi… perché sono loro che li andranno ad abitare e a riempire di vita.

Il professionista valorizzato, valorizza i tuoi spazi da vivere.

 

 

La Meta

La vita è il nostro viaggio su questa Terra, attraverso il tempo che viviamo, lo spazio che occupiamo e le emozioni che sentiamo. Forse non scegliamo noi di venire al mondo, ma siamo noi, pienamente e consapevolmente noi, a scegliere in che modo viviamo il nostro tempo, abitiamo i nostri spazi e riempiamo di emozioni quella meravigliosa successione di attimi che è la vita. In altre parole, siamo noi a scegliere la direzione del nostro viaggio.

 

Quando ho fondato Dentro e Fuori casa srl, io ho scelto la mia direzione: portare benessere negli spazi da vivere, realizzando l’armonia tra ciò che abbiamo dentro, le nostre emozioni, i nostri sogni e i nostri desideri più profondi, e quello che c’è fuori, lo spazio fisico, le cose che facciamo e, in ultima istanza, la vita.

Perché, se è vero che lo spazio e il tempo sono le dimensioni in cui abitiamo, è innegabile che siano le emozioni l’unica certa e autentica misura del nostro benessere. Perciò, con la curiosità, la creatività e l’empatia che da sempre mi contraddistinguono, ho scelto di realizzare su questa Terra la mia missione: interpretare, progettare e creare spazi da vivere, per chiunque desideri un ambiente e un arredamento che valorizzi il proprio gusto, rispecchi i propri valori e soprattutto favorisca il proprio benessere.

 

 

PROFESSIONALITà

Lo faccio attraverso la professionalità mia e delle persone che lavorano nel team di Dentro e Fuori casa. Frutto di un percorso di formazione ed esperienza continuamente in divenire, e attraverso la sensibilità e l’empatia, che mi consentono di comprendere e tradurre, persino i desideri inespressi di quei compagni di viaggio, che sono i miei clienti. E soprattutto lo faccio con la curiosità, la dedizione e la passione che ho sempre messo nel mio lavoro, fin da quando, bambina, giocavo a fare l’interior designer nell’azienda di famiglia.

 

Oggi, ho fatto di quel gioco d’infanzia il mio lavoro, e mi diverto esattamente come allora: comprendo i desideri, combino materiali e colori e trasformo in arredo le emozioni dei miei clienti.

 

 

E non c’è viaggio al mondo che cambierei col mio.