Stufa a legna o a pellet?

Stufa a legna o a pellet?

Oggi la scelta cade ovviamente sulle stufe e camini a legna, infatti molti fornitori hanno difficoltà ad accontentare tutte le richieste per mancanza di disponibilità.

Noi di Dentro e Fuori Casa, grazie ai nostri fornitori Montexport, Stuv, Austroflam, Glamm Fire, riusciamo serenamente ad avere piena disponibilità di camini e stufe a legna anche da Gennaio 2023.

 

Ma perché scegliere un camino o una stufa a legna, rispetto al pellet?
 
Differenze

La principale differenza tra le due tipologie consiste nel combustibile utilizzato: in un caso è della comune legna da ardere, nell’altro il pellet (biomassa costituita da residui della lavorazione del legno pressati e -per legge- senza aggiunta di additivi chimici).

Ci sono poi delle diversità costruttive e di funzionamento che incidono soprattutto sulle dimensioni che risultano, a parità di potenza, minori per una stufa a pellet. In generale possiamo dire che un dispositivo a biomassa ha un livello tecnologico più sofisticato se confrontato con quello di una stufa a legna.

 

Come funziona una stufa a legna?

 

Il principio di funzionamento è quanto mai semplice. La stufa a legna è costituita da un corpo di forma ovale o rettangolare realizzato con un materiale di rivestimento ad alta conduzione termica. Tra i più utilizzati c’è la ghisa, la pietra ollare e la maiolica.

Il cuore della stufa è rappresentato dalla camera di combustione accessibile tramite uno sportello (solitamente in metallo e vetro temperato) e in cui inserire i ceppi di legna.

L’accensione è di tipo manuale un po’ come per un camino. Il calore generato verrà irradiato nell’ambiente circostante ma potrà essere anche distribuito in tutti i locali dell’abitazione, avendo previsto un opportuno impianto di canalizzazione.

I fumi di scarico dovranno essere espulsi all’esterno tramite un tiraggio naturale o un sistema di ventilazione e una canna fumaria.

 

Come funziona una stufa a pellet?

Come già accennato, la stufa a pellet è tecnologicamente più avanzata. Il cuore rimane sempre la camera di combustione ma in questo caso l’utilizzatore non inserirà direttamente il combustibile, in quanto l’operazione avverrà in modo automatico.

L’utente dovrà preoccuparsi di tenere riempito il serbatoio del pellet che verrà introdotto nella camera di combustione e miscelato con un’adeguata quantità d’aria.

Tutte queste fasi sono gestite da una scheda elettronica che provvederà ad effettuare l’accensione e controllare la combustione. Anche in questo caso i fumi di scarico saranno estratti verso l’esterno grazie ad un sistema di ventilazione forzata e una canna fumaria.

È possibile anche acquistare modelli che prevedono l’installazione, anziché della canna fumaria, di un tubo di scarico di ridotte dimensioni da far passare attraverso un foro nel muro.

Una stufa a biomassa produce meno scarti dalla combustione e le ceneri finiscono in uno apposito contenitore che può essere facilmente rimosso per le operazioni di svuotamento e pulizia. Il calore prodotto, come per le stufe a legna, verrà irradiato nell’ambiente circostante o incanalato in un apposito impianto di riscaldamento.

 

Quanto costa oggi il Pellet?

Per capire di quanto è aumentato il prezzo del pellet basta fare una breve ricerca online. Nel 2021 il prezzo del pellet, basato su una quantità minima di 15 kg al sacco, si aggirava intorno ai 3-5 euro al sacco.

Al momento online è quasi impossibile trovare del pellet a basso prezzo. Nella maggior parte dei negozi e dei grandi fornitori di pellet molte marche non si trovano e il prodotto è dato per “non disponibile”. I pochi prodotti disponibili hanno un prezzo che si aggira intorno agli 8-16 euro al sacco, per un valore di 1 euro per ogni chilo di pellet.

 

Quali sono le soluzioni alla crisi del pellet?

L’inverno viene annunciato, con grande allarmismo va detto, freddo. Questo perché mancheranno le materie per potersi riscaldare. In realtà secondo diversi esperti le quantità di gas in Italia per i riscaldamenti saranno adeguate alla stagione fredda, ma le rassicurazioni a poco servono di fronte alla possibilità di una crisi invernale. Una crisi che detta le regole del mercato e all’annuncio della crisi energetica in molti hanno risposto comprando stufe a pellet e iniziando a fare scorta del materiale.

Ai prezzi aumentati non c’è un’unica soluzione, perché il problema è complesso. Eppure c’è chi, come l’Associazione Italiana Energie Agroforestali (AIEL) fa notare che una soluzione c’è: aumentare la produzione italiana di pellet. Sembra infatti che nel nostro paese non si sfruttino le potenzialità del legno. Così viene suggerito un investimento nelle industrie e nelle imprese forestali per la realizzazione di impianti di produzione di pellet.

L’Italia, lo dicono i numeri, è uno dei paesi in Europa che sfrutta meno le proprie foreste. Con oltre 10 milioni di ettari di foreste l’Italia ne preleva circa il 24% dell’intero accrescimento, ovvero la quota di nuovo legno annualmente gli alberi producono. Secondo alcuni il prelievo di questo materiale potrebbe aiutare la manutenzione dei boschi e a differenziare le materie per il riscaldamento.

C’è però da tenere in considerazione che la produzione di pellet è molto costosa dal punto di vista energetico, C’è quindi domandarsi se è auspicabile investire in tal senso o se le imprese sarebbero in grado di pagare il prezzo dell’energia per la produzione senza che questo costo si riversi sul materiale, con il conseguente aumento del prezzo al chilo per il cliente.

 

Costi del combustibile

Prima di analizzare gli aspetti tecnici delle due categorie, una fondamentale considerazione va fatta sul costo del combustibile. La legna da ardere ha un prezzo nettamente inferiore rispetto al pellet. Dati alla mano il costo medio di un chilogrammo di legna si aggira attorno a 0,13 euro contro gli 0,99 euro del pellet. Questo si traduce in una spesa giornaliera per riscaldare un ambiente di 100/120 metri quadri di circa 0,9-1,30 euro per la legna (corrispondente ad un consumo di 8-10 chilogrammi), contro i 15 euro per il pellet (consumo di 15 chilogrammi).

La differenza è dovuta al fatto che mentre la legna riesce a sprigionare calore per molto più tempo grazie al letto di brace che viene generato, il pellet alla fine della combustione brucia completamente lasciando solo la cenere.

Da questo punto di vista il vantaggio offerto dalla stufa a legna è evidente anche se, naturalmente, le cifre sopra indicate possono variare sensibilmente a seconda del clima e alla qualità dell’isolamento termico dell’abitazione.

 

Praticità d’uso

Un aspetto molto importante è la comodità e praticità nell’utilizzare uno dei due sistemi. La stufa a pellet da questo punto di vista offre molti vantaggi. Per prima cosa l’approvvigionamento del combustibile è molto più semplice. Il pellet viene venduto anche in molti supermercati quindi non è necessario fare la scorta in previsione dell’arrivo della stagione fredda. Non serve avere spazi adibiti per lo stoccaggio del combustibile, come invece accade per la legna.

Il funzionamento di una stufa a pellet è molto più pratico rispetto ai modelli alimentati con legna. L’utilizzatore non deve preoccuparsi di caricare la legna nella camera di combustione, ma gli basta pigiare un pulsante e nel giro di pochi minuti la stufa funzionerà a pieno regime. I serbatoi delle unità termiche a biomassa possono raggiungere capienze anche di oltre 200 chilogrammi che garantiscono un’autonomia di diversi giorni.

Altro vantaggio delle stufe a pellet e il non dover preoccuparsi di controllare lo stato della combustione che avviene in maniera automatica; in un modello a legna, quando il combustibile scarseggia, è necessario provvedere all’immediato approvvigionamento.

Un apparecchio a pellet permette di effettuare una programmazione del riscaldamento. I modelli più sofisticati hanno addirittura la possibilità di collegarsi alla rete con interfaccia Wi-Fi e di essere gestiti tramite smartphone. Tutto questo permette di decidere quando avviare l’unità termica, in modo da avere sempre la temperatura desiderata e programmare gli orari di accensione e spegnimento.

Ultima considerazione riguarda il fatto che un modello a pellet necessita dell’alimentazione elettrica e di essere allacciato alla rete, cosa che non serve per una stufa a legna.

 

Una stufa a pellet fa fumo in casa?

Le moderne stufe a pellet, se mantenute in piena efficienza e utilizzate con i dovuti accorgimenti, non disperdono fumi nell’ambiente.

Con una stufa a pellet si può beneficiare del montaggio senza canna fumaria ma solo di un tubo a fungo inserito nel muro con un foro di 8 centimetri, come impone la vigente normativa.

Per prevenire qualsiasi inconveniente, è sempre bene affidarsi a personale qualificato per i lavori di posa del tubo di scarico e l’installazione della stufa.

 

Una stufa a legna fa fumo in casa?

Anche per una moderna stufa a legna, è importante mantenere l’impianto di tiraggio sempre in piena efficienza. In questo caso, eventuali problemi di fumo in casa dipendono dall‘efficienza della canna fumaria, che deve essere pulita periodicamente.

Anche i tubi di raccordo della stufa devono essere correttamente installati da personale qualificato. Un altro elemento determinante in tal senso è la presa di aspirazione dell’aria esterna.

Questa serve per assicurare alla stufa il corretto apporto di aria da utilizzare per la combustione. Si tratta di un foro nel muro che deve essere correttamente dimensionato, e disposto nel punto ottimale al funzionamento della stufa. A tal riguardo, bisogna preoccuparsi di non ostruire la presa d’aria con oggetti che possano interferire con il corretto approvvigionamento di comburente.

Se tutti gli elementi dell’impianto sono predisposti, installati e mantenuti a regola d’arte, la stufa a legna non emanerà fumo in casa.

 

Prezzo

Mediamente una stufa a legna ha un prezzo inferiore rispetto ad un modello a pellet. Il fattore che incide maggiormente su tale aspetto è il tipo di rivestimento.

L’acciaio e la ghisa sono i materiali più economici mentre la maiolica, la ceramica e la pietra ollare sono i rivestimenti con i costi decisamente più alti.

Altro fattore determinante sono le dimensioni dell’ambiente da dover riscaldare. In linea di massima una buona stufa a biomassa in maiolica ha un prezzo che oscilla tra i 2000 e 3500 euro, che scende a 1000-1500 euro per modelli in acciaio.

Per le stufe a legna i costi si abbassano con i prodotti più economici in acciaio con prezzi mediamente attorno ai 1000 euro, fino a salire fino oltre 3000 euro per rivestimenti con pietra ollare. Queste sono solo cifre indicative che variano sensibilmente in base alla potenza termica necessaria.

 

Quale scegliere?

 

Diciamo subito che la scelta perfetta non esiste. Ogni soluzione offre vantaggi e svantaggi ma alla fine la decisione varia a seconda delle proprie necessità.

Nonostante abbiamo appurato come la stufa a legna sia nel complesso il sistema di riscaldamento più economico, non è detto che sia anche la soluzione migliore in qualsiasi frangente.

Per situazioni abitative dove i residenti occupano la casa tutto il giorno, la stufa a legna è senza dubbio più indicata perché permette un buon riscaldamento con costi contenuti.

Se invece gli occupanti stanno fuori casa per la maggior parte del tempo e hanno la necessità di programmare la temperatura, la stufa a pellet è la soluzione più indicata: permette una gestione oraria del riscaldamento, produce calore molto più rapidamente e non ha bisogno di essere caricata ogni volta.

Altro aspetto da considerare sono le dimensioni dell’ambiente. La stufa a pellet si presta ad installazioni anche in locali molto piccoli e in abitazioni che non hanno lo spazio per stoccare la legna (per esempio gli appartamenti in condomini).

 

Noi di Dentro e Fuori Casa, ti aspettiamo nel nostro showroom per darti tutte le indicazioni e consigli sui camini e stufe a legna da installare presso la tua abitazione.
Stufa a legna o a pellet?
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